Genitori e Bambini

Linguaggio dei segni base del bebè

Come insegnare al meglio il linguaggio dei segni del bebè

Comincia lentamente dalle cose semplici

Quando insegni al tuo bambino il linguaggio dei segni, comincia gradualmente con un segno per volta. Si raccomanda di cominciare con 5 parole e una volta che il piccolo avrà imparato a reagire a quei segni, potrai aggiungerne di nuovi. Imparare il linguaggio dei segni può essere un processo lento a seconda dell’età del bebè quando cominci. Un bebè di sei mesi che comincia a imparare i segni potrebbe rispondere con i segni nello spazio di un mese ma anche di sei mesi, dipende dal bebè.

Abbi pazienza.

Tutti i genitori sono in grado di insegnare il linguaggio dei segni al proprio bebè. La causa principale dell’insuccesso è l’impazienza. L’apprendimento dei segni non darà risultati immediati, è un processo abbastanza lento a seconda del bebè. Non ti scoraggiare. Il tuo piccolo sta imparando da te e ti farà sapere che capisce quando sarà il momento utilizzando proprio i segni. Questo processo consente di sperimentare una nuova interazione con il tuo bebè. In ogni caso non arrenderti. Sii paziente e potrai essere ricompensata.

Sii coerente.

Una volta che hai deciso quali saranno le prime 5 parole, non cambiarle. Per esempio, se usi il segno per “latte” e lo mostri quando allatti il bebè, assicurati di mostrarlo ogni volta che allatti. Se usi il segno solo qualche volta, il bebè non comprenderà esattamente che il segno indica il “latte”. Penserà che si tratti solo di un gioco. Il segreto è incorporare i segni nei discorsi di ogni giorno. Ogni volta che usi la parole “latte”, immediatamente dovrai anche fare il segno e ripetere la parola a voce alta. La ripetizione è la chiave del successo.

Utilizza segni che siano al livello del bebè

Le interazioni con il bebè devono essere al suo livello, è molto importante. Mantieni le espressioni del tuo volto e i segni nel suo campo visivo. In questo modo ti assicuri che il bebè possa vedere mentre mostri il segno. La visione periferica potrebbe dare al bebè un’impressione completamente diversa del segno che stai cercando di fargli imparare.

Utilizza i segni nel contesto

Mentre insegni è importante che le parole che scegli siano correlate alla situazione o alla sensazione proprio di quel momento. Non è utile presentare un segno che fa riferimento a qualcosa avvenuto in passato.

Per esempio, se fate una passeggiata e incontrate un cane, non ha senso il giorno successivo far vedere il segno del “cane” dicendo “ricordi quel cane che abbiamo visto ieri nel parco.” Devi cercare tutte le situazioni possibili per rappresentare il segno e devono essere correlate al presente. Ad esempio, usa il segno “cane” se stai leggendo una fiaba che un cagnolino come protagonista, o se vedete un cane alla TV o indica il cane di famiglia.

Usa sempre il segno mentre ripeti la parola a voce alta

Assicurati di ripetere sempre la parola quando mostri un segno. Questo consente al bambino di collegare le due cose più velocemente.

Usa segni che possono motivarlo

È importante, all’inizio, scegliere parole “pratiche” ma anche parole “motivanti”.

Le parole “pratiche” vi renderanno la vita più semplice una volta che il linguaggio entrerà in uso in casa. Queste saranno parole generiche, come mangiare, bere, cambiare, dolore, dormire, ecc.

È importante trovare un equilibrio fra queste parole e quelle che sono più motivanti o interessanti per il tuo bebè. Fra le parole “motivanti” si potrebbe includere orsetto, palla, giocare, ecc, vale a dire tutte quelle cose per le quali il tuo bebè abbia dimostrato interesse.

Insegna i segni anche agli altri membri della famiglia e alla babysitter

È importante che anche le altre persone che vengono a contatto con il bebè ogni giorno conoscano i segno che stai usando. In questo modo garantirai la continuità. Più spesso mostrerai i segni al bebè e più velocemente li imparerà e riuscirà ad utilizzarli per rispondere. Informati presso l’asilo o la babysitter se sono in grado di utilizzare questa modalità quando comunicano con il bebè, in questo modo potrà imparare i segni non solo a casa e non solo da te.

Abbina un’espressione facciale adeguata a ciascun segno

Questa regola è valida soprattutto quando si insegnano i segni che indicano sentimenti o sensazioni. Il linguaggio dei segni ha una componente visiva molto forte, infatti anche i sordi utilizzano l’espressione del volto per integrare la comunicazione. Quando esprimi un sentimento, accentuane i tratti con l’espressione.

Sentirsi felice può essere illustrato con una faccia molto sorridente, il segno corrispondente pronunciando la parola a voce alta. Sentirsi impaurito può essere spiegato aggrottando le sopracciglia o con uno sguardo spaventato. Alcune parole non richiedono o non hanno un’espressione facciale corrispondente. Per i principianti mimare i segni con il volto può sembrare un po’ strano. Per fare pratica, mettendoti davanti a uno specchio prova a riconoscere dalle espressioni facciali la parola di cui vorresti insegnare il segno. Ricorda che è meglio un’espressione esagerata di un’espressione neutra.

Incoraggia i tentativi del bambino

Quando il bebè comincia a usare i segni, probabilmente non li saprà usare perfettamente. È importante lodarli per lo sforzo e ripetere il segno correttamente. Se il bambino mostra di aver bisogno di qualcosa, anche se utilizza un segno non proprio giusto, dateglielo comunque. Così impareranno a capire che funziona davvero!

Divertiti!

Il linguaggio dei segni è un linguaggio visuale bellissimo, non certo un motivo di stress. Se i segni ti causano stress, il bambino lo percepirà. I segni devono rappresentare per entrambi un divertimento. Non dovrebbe essere un’incombenza ma una parte della tua routine quotidiana. Rilassati, divertiti e godi dei benefici che questo linguaggio potrà portare nelle vostre vite.

Per ulteriori informazioni leggi la sezione Linguaggio dei segni del bebè o Gravidanza.

Kimberly-Clark US makes no warranties or representations regarding the completeness or accuracy of the information. This information should be used only as a guide and should not be relied upon as a substitute for professional medical or other health professional advice.