Complicazioni in gravidanza

Oligoidramnios

Oligoidramnios

L’oligoidramnios è una condizione in cui il bambino galleggia in una quantità insufficiente di liquido amniotico. Questo composto acquoso è utile al bambino in vari modi ed è importante che sia presente nella giusta quantità (né troppo né troppo poco), in modo da non compromettere il benessere del bambino.

A cosa serve il liquido amniotico?

Ammortizza eventuali urti e sostiene il bambino all’interno dell’utero

Aiuta il bambino a muoversi nell’utero, in particolare per girarsi

Contribuisce allo sviluppo di polmoni, cute, arti e muscoli

Entra ed esce dai polmoni mentre il bambino “respira” e contribuisce alla loro maturazione

Poiché il bambino lo inghiotte, il liquido amniotico viene costantemente riciclato dal suo organismo

Da dove proviene il liquido amniotico?

Nelle prime fasi della gravidanza, il liquido amniotico si forma all’interno del sacco amniotico. Questo liquido proviene direttamente da quello circolante nell’organismo della madre, ma poi comincia a essere prodotto dai reni del bambino. A partire più o meno dall’11a settimana di gestazione, i reni del bambino iniziano a produrre urina, cioè la fonte di gran parte del liquido amniotico.

Il liquido amniotico (o “liquor amnii”) è di solito trasparente e ha un tipico odore simile a quello dell’ammoniaca. Se il bambino espelle delle feci (o meglio del meconio) quando si trova ancora nell’utero, tale sostanza nera fa sì che il liquido amniotico diventi verdastro o appaia punteggiato di frammenti neri.

Come viene quantificato?

Il volume di liquido amniotico può essere misurato in diversi modi. Mediante ecografia è possibile calcolare il cosiddetto valore AFI o indice del liquido amniotico. Tale valore è la somma della falda verticale più ampia e sgombra rilevata in ciascuno dei 4 quadranti dell’utero.

Una misurazione compresa tra 7 e 18 cm è considerata normale

Una misurazione inferiore a 5-6 cm è classificata come oligoidramnios

Una misurazione superiore a 18 cm è classificata come polidramnios (cioè un eccesso di liquido amniotico)

Quando si rilevano meno di 500 ml di liquido amniotico tra la 32a e la 36a settimana di gravidanza, si ha una diagnosi di sospetto oligoidramnios. Tuttavia, ciascuna gravidanza fa storia a sé e un volume ridotto di liquido amniotico non è sempre motivo di preoccupazione. È, per esempio, normale che il volume di liquido amniotico si riduca all’avvicinarsi della data presunta del parto (DPP).

Secondo i dati dell’American Pregnancy Association, circa l’8% delle donne incinte presenta ridotti livelli di liquido amniotico; tuttavia, soltanto alla metà di queste (cioè il 4% del totale) viene diagnosticato l’oligoidramnios.

Il ventre delle madri affette da oligoidramnios può apparire più piccolo di quanto ci si potrebbe aspettare in rapporto alla fase di gestazione raggiunta. Le ridotte dimensioni del ventre gravido possono rappresentare il segno di una quantità di liquido insufficiente. In questi casi, può verificarsi anche una diminuzione dei movimenti del feto, con un rallentamento della sua attività, in particolare per quanto riguarda i movimenti compiuti dal feto con tutto il corpo. Ciò dipende dal fatto che il liquido amniotico agisce come un cuscinetto che sostiene le capriole e le giravolte compiute dal bambino all’interno dell’utero.

Che cosa provoca l’oligoidramnios?

Il superamento del termine. Le donne che hanno superato il termine da due o più settimane hanno una maggiore probabilità di veder diminuire il volume di liquido amniotico. Tale probabilità può arrivare fino al 50% dopo la 42a settimana di gestazione.

L’oligoidramnios è più comune nei bambini affetti da un’anomalia congenita.

I bambini affetti da anomalie ai reni o da problemi del tratto urinario possono produrre meno urina, con conseguente riduzione del volume di liquido amniotico.

L’oligoidramnios è più comune nei bambini affetti da particolari anomalie cromosomiche.

Un’eventuale interruzione del flusso di sangue attraverso la placenta influisce sulla quantità di sangue che arriva al bambino e, di conseguenza, sulla quantità di urina che produce.

Quando si verifica una perdita o una rottura delle membrane. Tale situazione può non essere sempre evidente, in particolare se si tratta di una perdita dietro la testa del bambino oppure di una perdita molto lenta.

Se la madre è in cattive condizioni di salute, è disidratata oppure è affetta da preeclampsia, da problemi ai reni o da diabete gestazionale.

Che cosa succede in caso di oligoidramnios?

Eventuali complicazioni possono insorgere soprattutto nelle donne che hanno superato il termine.

Eccessiva pressione sull’intero corpo del bambino oppure su singoli arti e organi. Ciò si verifica a causa dell’insufficiente ammortizzazione tra il bambino e la parete uterina.

Maggiori probabilità di aborto spontaneo o di morte fetale.

Ritardo di crescita intrauterino, nascita prematura oppure minore robustezza e condizioni di salute meno buone alla nascita.

Immaturità dei polmoni con maggiore probabilità di difficoltà respiratorie dopo la nascita.

Eccessiva pressione sul cordone ombelicale, con conseguente compromissione del trasferimento di sangue, ossigeno e sostanze nutritive al bambino.

Se si verifica nelle prime fasi della gravidanza, l’oligoidramnios può provocare deformità agli arti del bambino dovute a eccessiva pressione.

Se grave e prolungato, l’oligoidramnios può comportare tutta una serie di problemi a carico del bambino.

Quando insorge in genere l’oligoidramnios?

Nella maggior parte dei casi insorge nel terzo trimestre di gravidanza. Se diagnosticato in occasione dell’ecografia morfologica, l’oligoidramnios risulta in genere causato da un’anomalia renale del bambino.

Qual è la cura?

Dipende dallo stadio raggiunto dalla gravidanza. Le opzioni di routine comprendono monitoraggio, misurazione dell’addome, ecografie regolari e registrazione dei movimenti del bambino. Se il volume è molto ridotto, durante il travaglio è possibile apportare liquido supplementare all’interno dell’utero sotto forma di soluzione fisiologica, in modo da alleviare un’eventuale compressione del cordone ombelicale. Se la madre è in cattive condizioni di salute e appare disidratata, somministrarle liquidi per via endovenosa contribuisce a ripristinare il volume di liquido circolante nel suo organismo, riportando di conseguenza la quantità di liquido amniotico su livelli di sicurezza.

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