Sviluppo del bambino

Il bambino prepotente

Il bambino prepotente

Uno dei momenti più strazianti per un genitore è vedere il proprio figlio maltrattato da un altro bambino. Come genitori, amiamo i nostri figli e li trattiamo con rispetto e cortesia, aspettandoci che gli altri facciano lo stesso. Ma quando vediamo che ai nostri sensibili ed educati piccoli cari vengono strappati i giocattoli o vengono spintonati al parco, ci infuriamo! Interveniamo? Dobbiamo insegnare la disciplina all’altro bambino? Ci rivolgiamo al genitore/educatore dell’altro bambino? Dovremmo allontanare nostro figlio? Oppure lasciamo andare, pensando che deve imparare a sbrogliarsela da solo?

Prima di proseguire, dobbiamo rispondere a un’altra domanda. E se il prepotente è NOSTRO figlio? I genitori ben educati e amorevoli possono sentirsi confusi e umiliati scoprendo che uno dei loro figli continua a spingere gli altri all’asilo e a strappare oggetti dalle mani degli altri bambini. Cosa dovrebbero fare i genitori? Scusarsi continuamente con gli altri genitori? Gli altri bambini? Allontanare il proprio figlio? Non portarlo da nessun parte per timore del suo comportamento? Sentirsi sempre più imbarazzati e mortificati?

In quanto adulti, vediamo ovviamente le cose dal nostro punto di vista. La prepotenza è una questione emotiva. Nessuno di noi vuole pensare che il proprio figlio si lasci calpestare dagli altri, né credere che potrebbe invece intimidirli. Quando vediamo esempi di altri che prendono i giocattoli di nostro figlio, vorremmo intervenire e proteggere il nostro bambino, ma dobbiamo fare un passo indietro e attendere gli eventi!

Sappiamo che il cervello umano non si sviluppa completamente fino a venticinque anni circa. Tra 1 e 3 anni, gran parte di crescita e maturità deve ancora arrivare. Alla nascita, i neonati apprendono subito a piangere per ricevere attenzione e cibo. È un comportamento adatto all’età, ma crescendo, siccome i genitori non rispondono ogni volta, il bambino impara nuovi comportamenti per soddisfare le proprie esigenze.

È quindi ragionevole definire “prepotente” un bambino piccolo?

NO. Dal punto di vista dello sviluppo, un bambino è molto “egocentrico”.

  • Non gioca “con” gli altri bambini (ma può giocare “accanto” a loro).

  • Non comprende ancora il concetto di condivisione e si aspetta che le sue necessità siano soddisfatte immediatamente. Se vede un giocattolo e lo vuole, se lo prende (ovunque si trovi, anche se in mano a qualcuno).

  • Trascorre la vita a esplorare e scoprire il mondo, ma non è in grado di vedere la situazione dal punto di vista degli altri.

Per cui non è prepotente, in quanto non c’è alcun intento di nuocere all’altra persona. Semplicemente la cosa non lo riguarda! Tuttavia, come genitori, spesso ci vengono poste questioni di bullismo a scuola (la una questione È diversa e in questi casi SI DEVE intervenire).

Per quanto riguarda gli spintoni, non è un atteggiamento prepotente nei bambini piccoli (come spesso temono i genitori). Anche in questo caso, il bambino non intende nuocere a un’altra persona, esprime soltanto la propria rabbia in modo inopportuno. Il bambino spintonato si trova probabilmente nella direzione di un oggetto desiderato o è la cosa/persona più vicina.

I bambini sono semplicemente incapaci di riflettere sul proprio comportamento quando sono così emotivamente interessati a fare qualcosa. E sappiamo che è così: quante volte hai visto dei bambini colpire genitori/educatori molto più grandi di loro? Ancora una volta, non riflettono, reagiscono semplicemente alle proprie emozioni.

Suggerimenti ai genitori per imparare a gestire la prepotenza

Se non guideremo adeguatamente i bambini in questa fase, è possibile che apprendano la lezione per cui la prepotenza È un metodo efficace per ottenere ciò che si vuole. Ecco quindi alcune strategie utili ad affrontare questa fase di apprendimento:

Insegnare al bambino un “vocabolario dei sentimenti”.

Questo comportamento deriva dalla frustrazione del bambino che non ha un modo alternativo di esprimere i propri sentimenti. Puoi dire qualcosa come “Sei arrabbiato perché non puoi giocare subito con il camioncino…”

Distrarre il bambino

Offri al bambino arrabbiato un altro giocattolo. In questa fase, non è un premio per un comportamento sbagliato, ma un modo per evitare (o consolidare) un’espressione inopportuna di rabbia e frustrazione.

Allontanare il bambino

In situazioni gravi, il castigo può essere uno strumento efficace per gli educatori, in modo che il bambino possa infine associare le conseguenze al comportamento. Teoricamente il bambino dovrà essere allontanato dagli altri almeno per qualche minuto (molti suggeriscono un minuto per anno di età).

Talvolta, può essere necessario allontanare anche la “vittima”. Se si sono fatti davvero male o sono molto spaventati, è importante anche tenerli lontani per un breve periodo.

Proporre un comportamento alternativo

Quando il bambino inizia a calmarsi, proponi vari modi per esprimere i suoi sentimenti (per es. “Di’ alla mamma cosa vuoi”).

In questo caso, il messaggio è riconoscere e ricordare che si tratta di una normale fase di sviluppo che i bambini attraversano, a vari livelli. Nessun bambino intende essere prepotente con un’altra persona, semplicemente non è in grado di capirlo!

I comportamenti devono però essere affrontati (con comprensione, NON per punire) in modo da consentire l’apprendimento di capacità relazionali e modi più positivi di soddisfare le proprie esigenze.

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