Sonno del bebe

Paure e fobie

Paure e fobie

I bebè più piccoli reagiscono con un sussulto o uno spavento quando avvertono un rumore improvviso o un cambiamento nel modo in cui vengono tenuti in braccio. Uno dei riflessi primitivi, conosciuto come il riflesso di Moro, li fa reagire in questa maniera soprattutto quando si sentono insicuri, si tratta di un comportamento molto normale per un bebè e scomparirà dopo circa 3-4 mesi.

Tuttavia, il sussulto in reazione a una situazione spaventosa o essere in grado di sentire la paura non avvengono fino a quando non sarà abbastanza maturo da percepire un possibile pericolo e da essere in grado di anticiparlo. Gli esperti pensano che i bebè inizino a creare il concetto di paura a partire da circa 6 mesi di vita. L’ansia da separazione è frequente nei bebè e provoca in loro uno sconvolgimento quando le persone, con cui hanno stabilito dei legami primari, non sono nelle vicinanze. Questa è una delle prime e primordiali paure.

Il primo anno di vita di un bebè è un periodo di enormi cambiamenti e maturità. Uno dei compiti primari nel loro sviluppo emozionale è creare relazioni d’amore, prossimità e fiducia con i suoi genitori. Essere vicino alle persone che conosce bene e che gli garantiscono cibo, calore e protezione è un meccanismo di sopravvivenza essenziale per la vita.

Qual è la differenza tra paura e fobia?

La paura è un’emozione sana. E’ fortemente connessa con la nostra sicurezza e il nostro benessere e ci protegge da situazioni potenzialmente dannose. Dipende anche dalla personalità e dal carattere e varia molto da persona a persona.

Una fobia si manifesta quando la paura diventa irrazionale o intensa, provocando nella persona una sensazione di sopraffazione per ansia. Chi manifesta fobie accusa gravi sofferenze, perché la sua capacità di godere della vita quotidiana è impattata dal costante dubbio: “Cosa succederà se...?” E’ raro che i bambini piccoli sviluppino livelli di ansia così elevati da dover ricorrere a cure mediche.

Qual è la causa delle paure e delle fobie dei bambini?

Si pensa che ci sia una componente genetica nell’ereditare i tratti della paura e dell’ansia, ma anche i modelli dei genitori possono contribuire. I bambini apprendono le capacità di socializzazione dai genitori e dalle famiglie. I bambini, che assistono spesso all’umore del genitore che sfocia in reazioni eccessive ad un evento di stress o paura, impareranno a reagire in questo modo perché lo ritengono appropriato. Sebbene le fobie di per sé non siano ereditarie, apprenderanno molto in fretta i comportamenti e le reazioni ansiose di un genitore.

Alcuni bambini sembrano proprio nati con un atteggiamento più pauroso ed immaginativo di altri. Per natura sono più attenti e non si addentrano nelle situazioni fino a quando non abbiano raggiunto un elevato grado di sicurezza e non le abbiano calibrate per se stessi. Hanno bisogno di essere accompagnati con premura, con costante protezione e molte spiegazioni di ciò che sta avvenendo. I bambini ansiosi vogliono ricevere molte spiegazioni. Non crescono bene in un ambiente imprevedibile, ma amano la routine e l’ordine.

Altri bambini sembrano avere una natura più propensa ai rischi; per natura sono più curiosi e non permettono alla paura di trattenerli da dove vogliono andare e da cosa vogliono vedere. Anche questi bambini possono essere difficili da gestire. E’ più elevato il potenziale che si facciano male e non sembrano avere prendere in giusta considerazione ciò che potrebbe andare storto.

Paure frequenti dei bebè

Improvvisi rumori della casa, quali elettrodomestici, per esempio robot da cucina, aspirapolvere, sciacquone del water o svuotare la lavastoviglie. Togliere il tappo della vasca da bagno può causare una vera e propria reazione da paura per alcuni bebè, che probabilmente pensano di essere anch’essi risucchiati dallo scarico.

L’avviamento del motore di un’auto, una sirena dalla strada, un aereo che passa in cielo o il suono di un tuono o di un temporale particolarmente forte.

Essere messo nel lettino e vedere i genitori allontanarsi all’improvviso. La maggior parte dei bebè ha bisogno di un periodo di transizione tra il momento in cui sono in braccio al genitore e quello in cui si addormentano. Ad alcuni bebè non piace essere lasciati da soli, ma vogliono che i loro genitori restino vicino quando si addormentano.

Animali quali cani e gatti o uccelli in volo. Anche un animale ben addomesticato può muoversi in modo improvviso o inaspettato, spaventando i bambini più piccoli.

Un giocattolo a carica manuale, una porta che sbatte o qualsiasi cosa improvvisa e imprevista.

Molti bebè si spaventano quando vengono vestiti oppure altri non amano essere nudi, avere la maglietta sul viso, essere tirati su d’improvviso o qualsiasi altro movimento repentino.

Settimana 1: cosa puoi fare

La maggior parte dei bebè crescono superando le loro prime paure senza grandi interventi da parte dei genitori.

Quando metti a dormire il bebè, sii delicata e calma, trasmetti sicurezza e protezione. I bebè che si sentono spaventati non riescono a rilassarsi abbastanza per potersi addormentare. Hanno bisogno di sentirsi sicuri prima di riuscire a “staccare del tutto la spina” per potersi addormentare.

Ti sarà utile cercare di prevedere la reazione del bebè ed evitare che si metta a piangere, se possibile. Cerca di non vedere la sua paura come qualcosa di buffo o come un’opportunità per fare un video divertente girato in casa.

Evita di ridicolizzare il bebè o di favorire una sua reazione di paura. Infatti, potrebbe influire sulla sua sicurezza e, a lungo andare, gli insegnerebbe che le emozioni sono qualcosa da non prendere sul serio.

Trasmetti al bebè sicurezza e protezione. Messaggi positivi che gli facciano capire che va tutto bene, che sei vicino a lui e che tutto è a posto, cerca di fare tutto il possibile per contribuire al senso di sicurezza del bambino.

Alcuni bambini vogliono avere un oggetto o giocattolo transizionale vicino a loro. Non esiste un oggetto ideale e i bambini, di solito, scelgono semplicemente qualcosa che abbia un significato speciale per loro. Utilizzare un “oggetto d’amore transizionale” non è un segno di immaturità emozionale o di un attaccamento inadeguato ai genitori.

Empatia dei genitori è un’emozione forte e formativa. I bebè hanno bisogno di sentirla ogni giorno e sentire che i genitori siano emozionalmente allineati con le loro sensazioni.

Non forzare il bebè ad affrontare l’oggetto delle sue paure. La terapia di esposizione è concepita per adulti o bambini abbastanza grandi, che siano muniti di pensiero logico e raziocinio. I bebè non sono ancora in grado di creare connessioni con il mondo esterno fino all’età di quasi 3 anni.

Dai al bebè spazio e tempo. Puoi contribuire stando calma e cercando di non farti trasmettere le sue paure.

Paure frequenti dei bambini

Una delle capacità che sviluppano i bambini è separare i fatti reali dalla fantasia. L’immaginazione gioca un ruolo importante nella loro vita quando le paure iniziano a diventare più concrete ed evidenti.

Paura di animali come serpenti, rane, ragni, squali e lucertole.

Paura di alieni, mostri o demoni che possono essere in agguato nell’ombra o sotto al letto.

Spesso un piccolo evento può causare una serie di paure costanti. Molto tempo dopo il trauma iniziale, il bambino reagisce ancora nello stesso modo spaventato, perché è diventato un comportamento consolidato e radicato rispetto al fattore scatenante.

Alcuni bambini hanno paura dei disastri naturali che hanno visto alla TV o al telegiornale. Temporali, incendi di edifici, cicloni e inondazioni costituiscono una vera e propria paura per molti soggetti. Controlla, inoltre, i cartoni animati che guarda il bambino: tanti sono molto violenti e assolutamente non adatti ai bambini.

Quando i bambini crescono, possono avere paura che qualcosa possa accadere ai loro genitori. Queste piccole paure vengono spesso alla luce nelle tranquille conversazioni tra genitore e bambino prima che si addormenti. Cerca di non farti trascinare in lunghe spiegazioni, ma limita le risposte in modo che siano brevi e rassicuranti.

Settimana 1: cosa puoi fare

Il nostro compito di genitori non isolare il mondo dei nostri figli, ma di aiutarli ad imparare come affrontare ciò che sta al di fuori.

Cerca di non percepire il pericolo laddove probabilmente non c’è. Continuare a dire al bambino “fai attenzione” lo spinge a diventare eccessivamente prudente ed ansioso.

Mostragli cosa significhi avere sicurezza nelle nuove

situazioni. Si prudente, ma non essere impaurita anche tu, a meno che, chiaramente, lo richieda la situazione.

Lodalo quando lo vedi coraggioso e sicuro di sé. I bambini crescono grazie ai complimenti e agli incoraggiamenti positivi per il comportamento che i genitori vogliono vedere riprodursi.

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