tappe di sviluppo

Ansia da separazione

L’ansia da separazione nei bambini

Le forme di ansia da separazione sono talmente diffuse nei bambini da essere considerate una delle normali tappe di sviluppo, con cui i genitori si trovano a fare i conti.

Normalmente l’ansia da separazione non colpisce i neonati. Tendono infatti a stare in braccio volentieri a chiunque, felici e beati, purché le loro esigenze vengano soddisfatte. Tuttavia, crescendo, la maggior parte dei bambini sviluppa un certo timore verso gli estranei, solitamente tra i 7 e i 9 mesi di età.

In alcuni casi, questa paura sembra materializzarsi da un giorno all’altro: un momento sono socievoli e felici di stare vicini a chiunque, e poi improvvisamente vogliono stare soltanto con i propri genitori, in particolare la mamma. È normale che i bambini sviluppino un certo attaccamento alla madre, soprattutto se è lei che provvede alla loro cura e al loro nutrimento.

Cos’è l’ansia da separazione?

La definizione “ansia da separazione” dice tutto. Un bambino separato dal proprio genitore o da chi si prende cura di lui, viene colto da ansia ed entra in crisi. Si ritiene che l’ansia da separazione si manifesti non appena il bambino impara a ricordare e riconoscere i volti familiari. Solitamente, si tratta della mamma, seguita dal papà o da un’altra figura dedita al suo accudimento. I bambini con fratelli maggiori che si prendono cura di loro possono soffrire di ansia da separazione anche nei loro confronti.

L’ansia da separazione è un comportamento profondamente radicato nella storia biologica. I bambini hanno bisogno di sentirsi rassicurati in merito alla persona che si prenderà cura di loro, e se un estraneo gli si avvicina, lo considerano come una potenziale minaccia. Piangere, innervosirsi e far capire al genitore di correre a “salvarli” è l’unico modo che conoscono per reagire quando sono in una condizione di stress. Ovviamente, nel corso della normale vita quotidiana di un bambino, le minacce al loro benessere non sono così numerose come pensano, per questo motivo i genitori devono imparare a gestire l’ansia da separazione con sensibilità ma anche con un pizzico di razionalità e buon senso.

Quando si manifesta l’ansia da separazione?

Prima degli 8 mesi, i lattanti non conoscono l’idea di normalità, pericolo o novità. In questo periodo, il piccolo familiarizza con il suo ambiente e con chi si prende cura di lui. Il momento tipico in cui si manifesta l’ansia da separazione è compreso tra gli 8 e i 14 mesi, per poi scomparire verso i 2 anni, quando il bambino si rende conto che all’assenza farà seguito il ritorno.

Questo tipo di ansia può ricomparire in alcune situazioni stressanti, ad es. in ospedale. Lo stress e l’ansia scatenati da tali circostanze lo porteranno a cercare la sicurezza, il conforto e la protezione dei suoi genitori. Se non li troverà, la crisi peggiorerà. Quindi, se il tuo piccolo è ricoverato, stai al suo fianco; la tua presenza potrebbe aiutarlo a gestire meglio la situazione e a non provare troppo dolore.

La maggior parte dei bambini, tuttavia, soffre di ansia da separazione durante i periodi di stress e quando si trova in ambienti sconosciuti o in presenza di estranei.

Come faccio a riconoscere l’ansia da separazione del mio bambino?

Il piccolo patisce un’enorme sofferenza quando viene separato da te. I segnali più classici sono il pianto, il lamento, l’espressione accigliata e infelice. Il piccolo potrebbe volere maggiore contatto fisico con te tanto che, quando lo prendi in braccio, ti sembrerà che ti sia attaccato con del velcro.

Giunta a 7 mesi, la maggior parte dei bambini sa stare seduta e cerca di imparare a gattonare. Forse noterai che, quando il piccolo è impegnato a giocare sul pavimento, se vede un estraneo, comincia a gattonare rapidamente verso di te. Oppure potrebbe semplicemente rimanere dov’è e mettersi a piangere, o ancora diventare improvvisamente tranquillo e serio. Potrebbe perfino guardare da un’altra parte, rifiutando il contatto visivo con te o con chiunque altro.

I bambini che soffrono di ansia da separazione spesso si svegliano di notte. Anche se per due mesi hanno dormito ininterrottamente, potrebbero ricominciare a svegliarsi, non tanto per mangiare ma per avere la conferma che tu sei ancora lì. È del tutto normale. Da un punto di vista biologico, la notte ha sempre portato con sé il rischio peggiore per la sopravvivenza. Quando l’uomo preistorico dormiva, ed era buio, i predatori spesso avevano la meglio. Per questa ragione i bambini hanno ancora bisogno della vicinanza dei genitori di notte, che sappiano calmarli e aiutarli a rilassarsi tanto da “spegnersi” e riaddormentarsi.

Alcuni bambini vivono crisi molto intense, che passano dopo parecchio tempo. A volte non basta una “soluzione rapida” per rassicurare un bambino che soffre di ansia da separazione.

Cos’è il cerchio della sicurezza?

I bambini sono programmati per rimanere vicini ai loro genitori e per esplorare il mondo: è normale, ed è giusto che sia così. Quando i bambini, di ogni età, si sentono insicuri o in pericolo, sanno a chi rivolgersi per aumentare la propria sicurezza emotiva. I genitori sono visti come la “base sicura” e devono mostrare la gioia che gli procura il loro bambino.

Inoltre i genitori devono promuovere l’atteggiamento esplorativo del bambino, e mostrarsi sempre più saggi, più forti e gentili.

Come devo affrontare l’ansia da separazione del mio bambino?

La prima cosa da fare è ricordare che l’ansia da separazione è normale. Non puoi “sistemarla”, semplicemente perché non c’è nulla che non va! Uno degli aspetti positivi dell’ansia da separazione è dato dal fatto che molti operatori sanitari che lavorano con i bambini la considerano un marchio di qualità.

Ovvero, i bambini che amano i loro genitori e hanno sviluppato un legame affettivo sono soggetti all’ansia da separazione. Hanno compreso che i loro genitori si prenderanno cura di loro affinché crescano e stiano bene. Nel modo di pensare di un bambino, al mondo esistono solo i suoi genitori e, cosa più importante, non serve che ci sia nessun altro; ecco perché si agitano così tanto quando vengono avvicinati da un estraneo. Questo spiega la reazione dei bambini che soffrono di ansia da separazione, che è l’unico modo che conoscono.

Rassicura sempre il tuo piccolo. Usa la voce, gli occhi, il tatto e la tua presenza per fargli capire che gli sei accanto e che va tutto bene.

Cerca di tenere la tua emotività sotto controllo. Se il bambino è in crisi, non significa che debba esserlo anche tu. Mantieni la calma e il controllo, e fai in modo di gestire le tue emozioni (almeno all’esterno).

Adotta un atteggiamento positivo nei confronti degli altri e non limitare i contatti sociali solo per non turbare il tuo bambino. Il tuo modo di essere gli sarà d’esempio e gli farà capire che, in generale, non deve temere né il mondo né le altre persone.

Se riesci ad accorgerti dell’imminente attacco d’ansia del tuo bambino, chiedi alle persone di avvicinarsi con cautela. I bambini che si sentono oppressi, come se il loro spazio personale fosse invaso, reagiscono con spavento.

Potresti pensare di procurare al tuo bambino un “oggetto transizionale”, un peluche o una copertina che lo aiuti a centralizzare le emozioni e sentirsi sicuro.

Non ignorare le grida di aiuto del tuo bambino. La paura che sente è reale e ha bisogno che tu gli stia accanto.

Quando ti separi da tuo figlio, digli dove vai e quando tornerai. Anche se non capirà le tue parole, comprenderà il tuo tono di voce.

Cerca di evitare lunghi periodi di assenza lontano dal bambino. Può essere difficile, ma cerca di limitare al massimo i traumi in questi mesi.

Assicurati che il bambino riceva giusta attenzione e cure quando non è con te. Devi essere convinta al 100% che sia accudito nel modo corretto in tua assenza.

Se il tuo piccolo ha appena iniziato il nido, lasciagli il tempo necessario per abituarsi all’educatrice. Affezionandosi gradualmente alla nuova figura, le probabilità di una crisi da ansia da separazione diminuiranno.

Meglio creare un contesto familiare calmo e tranquillo. La continua esposizione del tuo bambino a novità quali un trasloco o il cambiamento del nido o dell’educatrice può instillargli un senso di insicurezza.

Non andartene senza aver prima salutato il tuo bambino. È un fattore molto importante nello sviluppo della fiducia e dei legami. Torna come promesso ed evita di tardare. Nonostante il piccolo non possa capire le dinamiche esatte del tuo ritorno, la questione più importante è il fatto che tu rispetti i suoi sentimenti e il suo diritto di sentirsi al sicuro.

Fai in modo di coinvolgere il partner nel suo accudimento. I bambini che soffrono di ansia da separazione hanno le idee molto chiare sulla figura che vogliono vicino. Soprattutto i padri tendono a vedere la mamma come il “genitore esperto”, lasciando a lei tutte le decisioni e le responsabilità dell’accudimento, soprattutto se il bambino protesta quando interviene il papà. Tuttavia è molto importante che i padri mantengano un ruolo attivo nel prendersi cura dei loro piccoli e non lascino decidere al bambino.

Gioca a bubu-settete e a nascondino con il piccolo. In questo modo potrai rafforzare il concetto della permanenza degli oggetti, ovvero il fatto che le cose non smettono di esistere se non vengono viste.

Quando devi uscire dal campo visivo del tuo bambino, ad esempio quando entri in un’altra stanza, chiama il piccolo, cantagli una canzone e rassicuralo della tua presenza con la voce. Anche se forse non smetterà di piangere, vedrai che si agiterà meno del solito.

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